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Dario

Agrimi

GRADI DI VERGOGNA, 2018

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Installazione ambientale, acqua, olio esausto, tecnica mista

Environment, water, oil, mixed media

Dieci isole dalla forma regolare, di un colore impenetrabile e specchiante per effetto dell’olio nero che ricopre le vasche metalliche. Ne emergono volti e parti anatomiche segnati dal tragico destino del loro inabissarsi. Agrimi dispone i corpi in un sacrario, dove tutto appare posato e sospeso, tra la superficie e il baratro, tra la vita e la morte.

L’opera rievoca prepotentemente le recenti vicende migratorie lungo il Mediterraneo; luogo di storia, di culture e vita ma anche di attraversamenti, disperazione e decadenza, dove sulle acque limpide dell’orizzonte si addensano le acque putride e stagnanti di una civiltà che condanna alla morte e all’oblio.

La misura esatta, regolare e modulare di questi “gradi di vergogna” rimanda alla fredda serialità del conteggio di corpi e ritrovamenti in mare, rendendo la scultura una somma di feretri disposti di fronte allo sguardo impassibile dell’osservatore.

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Tra i protagonisti italiani della nuova generazione dell’arte contemporanea, Dario Agrimi realizza opere di forte valenza concettuale, caratterizzate da un deciso sarcasmo e dallo spiazzamento percettivo, ricorrendo ai media più differenti, dalla pittura alla scultura, dall’installazione ambientale alla fotografia e al video.

Ten islands with a regular shape, an impenetrable and reflective color due to the effect of black oil covering the metal tanks. The emergence of faces and anatomical parts marked by the tragic destiny of their sinking. Agrimi displays these bodies in a shrine, where everything appears laid and suspended, between surface and abyss, between life and death.

The artwork strongly refers to the recent migration events through the Mediterranean Sea, a place of history, culture and life but also of crossings, desperation and decay, where on the clear waters of the horizon lay the putrid and stagnant waters of a civilization condemning to death and oblivion. The exact, regular and modular measure of these “Gradi di vergogna” [Degrees of Shame] refers to the impersonal seriality of counting bodies and remains in the sea, turning the sculpture in a group of coffins arranged in front of the impassive gaze of the observer.

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Among the Italian protagonists of the new generation of contemporary art, Dario Agrimi conceives artworks characterized by a strong conceptual value, a deep sarcasm and a displacement of perception, recurring to the most different media, from painting to sculpture, from environmental installations to photography and video.S

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