
ARIANNA ARCARA
Bangers
Residenza PhEST in Puglia​​
Estratto dal testo di Antonello Faretta
l lavoro fotografico di Arcara, è un viaggio visivo nella Daunia, terra liminale e dimenticata, dove la giovinezza si misura con l’assenza, con la restanza. I suoi scatti sono frammenti di un racconto bruciante e sospeso, dove ogni dettaglio – una carta da gioco in un rivolo di pioggia sull’asfalto, uno specchietto retrovisore che riflette una strada deserta – suggerisce un mondo che resiste nella solitudine e nell’attesa.
Con queste istantanee documentarie raccolte nella mostra Bangers Arianna Arcara compie un nuovo “antimiracolo”, muovendosi nelle stesse terre battute cinepresa alla mano da Elio Piccon nel 1965, per raccontare la linea d’ombra di un territorio che sembra ancora oggi non appartenere alla Storia al di fuori della cronaca criminale o dei campioni turistici, dove il presente si mescola al passato in un tempo immobile. I giovani ritratti da Arcara sembrano portare addosso i resti di un’eredità familiare, oggetti, sguardi, malinconie tramandate.
Bangers è un’indagine lirica e aspra, fatta di immagini asciutte e delicate, che restituiscono alla Daunia il suo volto più intimo: tragico, grezzo, epico. Una geografia dell’anima che, attraverso lo sguardo di una nuova generazione di “rondini di terra”, ci parla di frontiere invisibili, abbandono e resilienza.
​
Arianna Arcara è nata a Monza nel 1984. Dopo gli studi in fotografia, ha co-fondato il collettivo fotografico Cesura, che si concentra sulla fotografia documentaria e i suoi diversi approcci, e la casa editrice Cesura Publish della quale è co-art director. La pratica artistica di Arianna Arcara indaga il significato e la forma sempre mutevole dei “confini”, naturali, urbani, umani o culturali. L’obiettivo comune a molti dei suoi progetti a lungo termine consiste nel muoversi lungo uno di questi confini attraverso lo sviluppo di processi collaborativi. Arcara si interroga su come – e se – la sua fotografia possa avere un impatto sulle persone e sulle storie che segue, riflettendo e cercando costantemente nuovi modi per coinvolgere ed emancipare i suoi soggetti.
From the text by Antonello Faretta
Arcara’s photographic work is a visual journey through Daunia, a liminal and forgotten land, where youth is measured by absence, by remnants. Her shots are fragments of a burning, suspended narrative, where every detail—a playing card in a trickle of rain on the asphalt, a rearview mirror reflecting a deserted road—suggests a world that endures in solitude and waiting.
With these documentary snapshots collected in the exhibition “Bangers”, Arianna Arcara achieves a new “anti-miracle,” moving through the same lands explored by Elio Piccon in 1965, camera in hand, to recount the shadowy line of a territory that still seems to belong to no longer part of history, outside of crime news or tourist samples, where the present blends with the past in a frozen time. The young people portrayed by Arcara seem to carry the remnants of a family legacy, objects, glances, and melancholies passed down.
“Bangers” is a lyrical and acerbic investigation, made of dry and delicate images, which restore Daunia to its most intimate face: tragic, raw, epic. A geography of the soul that, through the eyes of a new generation of “land swallows,” speaks to us of invisible borders, abandonment, and resilience.
Arianna Arcara was born in Monza in 1984. After studying photography, she co-founded the photography collective Cesura, which focuses on documentary photography and its diverse approaches, and the publishing house Cesura Publish, of which she is co-art director.
Arianna Arcara’s artistic practice investigates the meaning and ever-changing form of “borders,” whether natural, urban, human, or cultural. The common goal of many of her long-term projects is to move along one of these borders through the development of collaborative processes. Arcara questions how—and if—her photography can have an impact on the people and stories she follows, constantly reflecting and seeking new ways to engage and empower her subjects.



