NICO PALMISANO
Dream
INCITORE DEL PREMIO PUGLIA della
PhEST Pop-Up Open Call 2024
Da piccolo scrivevo su un piccolo diario tutti i miei sogni. Lo facevo come esercizio di scrittura, ma soprattutto perché trovavo interessante rileggerlo a distanza di anni. In tutte le descrizioni, la parte più dettagliata era quelle delle ambientazioni. Non mi sono mai chiesto quale fosse il vero motivo di questa mia pratica, sicuramente ad oggi posso affermare che tutto quello che ha a che fare con la documentazione è parte della mia ricerca fotografica attuale.
Grazie all’innovazione digitale ed alla grande quantità di fotografie che mappano il territorio, in questi anni sono stato inondato di fotografie da tutto il mondo: tutto o quasi tutto è stato fotografato e documentato. Volevo cercare le immagini, quelle che mi avevano accompagnato da bambino, ma non sapevo come dare loro vita, erano solo nella mia mente.
Per ricostruire questi mondi astratti, ho pensato di ricreare le ambientazioni dei miei sogni attraverso l’intelligenza artificiale (AI). Descrivo nei minimi particolari le caratteristiche del luogo come input sul software e lo stesso mi restituisce un’ambientazione. La particolarità e l’unicità delle singole immagini, oltre che la non ripetibilità (come i sogni), sono concetti che mi entusiasmano.
Per rendere materiche e portare nella nostra realtà queste immagini, fotografo con una Polaroid lo schermo del computer, ridimensionando e attraversando il mondo sognante con quello reale, come in un passaggio da una dimensione ad un’altra. La Polaroid come mezzo di riproduzione è utilizzato perché è il mezzo per eccellenza di immediatezza e veridicità dell’immagine. Ma questa veridicità con questa pratica viene annullata.
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Nico Palmisano (2001, Acquaviva delle Fonti, Italia) si avvicina alla fotografia nel 2015 e inizia a dedicarsi interamente allo studio della comunicazione visiva e fotografica. Nel 2023 si diploma in fotografia presso lo IED (Istituto Europeo di Design) di Roma e attualmente frequenta la specialistica in fotografia per l’editoria e per i Beni Culturali presso l’ISIA (Istituto Superiore per le Industrie Artistiche) di Urbino. Iscritto all’Albo dei Giornalisti dal 2022, utilizza la fotografia come mezzo per indagare temi sociali, fisici e la stratificazione dei fenomeni che interessano un territorio. Parte dal paesaggio quotidiano per esplorare il legame tra luogo e identità. La sua ricerca si concentra su come uno spazio si offre alle necessità della comunità contemporanea e alla relazione che si instaura con l’essere umano. La sua pratica è il pretesto per indagare un mondo complesso, non rappresentabile, ma avvicinabile.
WINNER OF THE PUGLIA PRIZE
of the 2024 PhEST Pop-Up Open Call
As a child, I used to write down all my dreams in a small diary. Initially, I did this as a writing exercise, but more importantly, I found it fascinating to re-read these entries years later. The most detailed parts of my descriptions were always those relating to the settings. I never questioned the real reason behind this practice, yet I can confidently say today that documentation has become an integral part of my current photographic research.
In recent years, with the advent of digital innovation and the vast amount of photographs mapping the territory, I’ve been inundated with images from around the world. It seems that everything, or almost everything, has been captured and documented. I wanted to find the images that had accompanied me as a child, but I didn’t know how to bring them to life – they existed only in my mind.
To reconstruct these abstract worlds, I decided to recreate the environments from my dreams using artificial intelligence (AI). I describe the characteristics of the place in great detail and input this information into the software, which then generates a setting for me. The particularity and uniqueness of these images, along with their non-repeatable nature (much like dreams), are concepts that fascinate me.
To make these images tangible and bring them into our reality, I photograph the computer screen with a Polaroid camera, merging the dream world with the real one, as if transitioning from one dimension to another. I chose the Polaroid as a medium because it is the quintessential tool for capturing the immediacy and authenticity of an image. However, through this process, this veracity is ultimately annulled.
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Nico Palmisano (2001, Acquaviva delle Fonti, Italy) began exploring photography in 2015 and has since fully dedicated himself to the study of visual and photographic communication. In 2023, he graduated in Photography from the IED (Istituto Europeo di Design) in Rome and is currently pursuing a specialisation in Photography for Publishing and Cultural Heritage at the ISIA (Istituto Superiore per le Industrie Artistiche) in Urbino, Italy.
Registered as a journalist since 2022, he uses photography as a tool to investigate social and physical themes, as well as the stratification of phenomena impacting particular territories. His exploration of the link between place and identity begins with the everyday landscape. His research focuses on how a given space meets the needs of contemporary communities and the relationships it establishes with human beings. His practice serves as a means of exploring a complex world that cannot be fully represented, but can be approached.